Diario di viaggio #2 La città implicita

Per tornare a raccontare dei miei giorni brasiliani mi concedo e vi propongo questo gioco, forse un po’ nostalgico, ma così è. Tutto parte da una citazione tratta da “Le città invisibili” di Calvino. “Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia. per distinguere le qualità delle altre devo partire da una prima città che resta implicita. Per me è Venezia.” L’ho ritrovata leggendo l’introduzione di “City of walls”. L’autrice, l’antropologa Teresa Caldeira,  la usa per spiegare l’attitudine con la quale ha affrontato il suo lavoro di ricerca su crimine e segregazione spaziale a San Paolo. Mi ci sono ritrovata molto, perché gironzolando qua e la, per caso o per lavoro, mi sono ritrovata di fronte a dei luoghi che inevitabilmente mi hanno ricordato la “mia città implicita”, Palermo. Alcuni per somiglianza, altri per differenza. Si tratta di luoghi a cui per motivi diversi sono particolarmente affezionata. Ve ne propongo qualcuno con cui ho trovato analogie. Se vi va, prima di scorrere velocemente la pagina, provate ad indovinare di che posto si tratta (e aiutatemi a capire se c’è effettivamente una somiglianza o semplicemente sono lontana da casa da troppo tempo).  Ecco il primo. come ponte dell'ammiraglio Si tratta del Ponte de Piedra, situato su uno spiazzo verde che prende il nome di Parco dos Açorianos, giusto di fronte al palazzo in cui abito. Quando l’ho visto ho pensato subito al Ponte dell’Ammiraglio. Entrambi, anche se in periodi storici diversi, costituivano il punto d’accesso al cuore pulsante della città. Adesso che hanno perso la loro funzione sembrano inseriti un po’ a casaccio nel paesaggio urbano, circondati da pezzetti di verde poco curati che a stento si possono riconoscere come piazze. Mi affascinano proprio perché nonostante il loro aspetto dimesso sono timidi ricordi di periodi storici di maggiore fasto. Passiamo al secondo.

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ipanema come mondello

Si tratta di un quartiere, Ipanema. Ipanema è situato lungo una delle parti più belle della laguna di Porto Alegre. Lungo la strada che la costeggia da una parte c’è il lago, dall’altra una schiera di villette appartenenti a residenti di classe medio-alta. Il largo marciapiede a monte della spiaggia nel fine settimana diventa il passeggio non solo dei ricchi borghesi ma anche e soprattutto delle classi più popolari. Oltre alle vasche da un capo all’altro del viale, è usanza consolidata da parte dei “portoallegrensi” godersi il tramonto sulla spiaggia, armati di siede a sdraio, cibare varie e mate da sorseggiare. Insomma Ipanema è un po’ la Mondello di Porto Alegre. Il terzo posto l’ho incontrato invece durante la recente trasferta a Curitiba.

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Praça do bolso do Ciclista, uno dei primi posti che ho conosciuto in questa città. La piazza era prima terreno brullo appartenente al comune. Un gruppo di cicloattivisti (che ha messo su una ciclofficina proprio lì di fronte) ha deciso un giorno di prendersene cura. Col sostegno del comune hanno così sistemato la pavimentazione e installato delle rastrelliere per le bici. Alcuni artisti di strada hanno poi lavorato sui 2 muri che delimitano la piazza, rendendola ancora più bella. La piazza adesso ospita banchetti di quartiere e altre piccole iniziative. Che cosa sarebbe diventata piazza Mediterraneo a Ballarò con un po’ di sostegno in più da parte del Comune di Palermo? In quest’ultimo caso la somiglianza è stata comprovata. Quando ho mostrato ai ragazzi della Bicicletaria Cultural le foto di piazza Mediterraneo sono rimasti stupiti dalle somiglianze nell’aspetto e nelle pratiche di riqualificazione.

Diario di viaggio #1 Primi sguardi sui quartieri alti di Porto Alegre

Primi giorni a Porto Alegre, da dove comincio a raccontare?

Prima nota importante: al contrario di come potrebbe sembrare ad un primo sguardo dato distrattamente su google map prima di partire…Porto Alegre non è esattamente sul mare, ma è su una laguna!Proprio come Venezia. Dunque, la prima spiaggia minimamente fruibile si trova ad un’ora e mezza da qui. E dicono anche che non sia granché…

Questo per uscire subito dagli stereotipi. E (purtroppo) spegnere definitivamente gli animi di chi alla notizia della mia partenza aveva fantasticato sull’idea di venire a trovarmi.

A parte questa sorpresa iniziale i primi giorni sono trascorsi super intensi, parlando “portuitanol” e cercando punti di riferimento in città. Soprattutto provando a capire come funziona questa complessa e piuttosto inquietante questione della “segurança” nei quartieri alti della città, motivo per cui mi trovo qui.

Una grossa mano ce l’ha data Adriana, abitante di uno dei più centrali quartieri alti della città, Petropolis. Ci ha accolti nel suo lussuoso palazzo fortificato, in uno dei tanti spazi comuni, una terrazza senza vista (perché protetta da muri) con 2 belle piscine, sdraio e tutto il necessario per pranzi e cene. Con una facilità impressionante, nonostante i diversi dispositivi di sicurezza, posti dentro e fuori lo spazio abitato, siamo entrati nella intimità di questa giovane donna. Fatta di grande solitudine, vista la recentissima perdita del compagno. Il palazzo in cui ora vive era il sogno che con lui aveva coltivato per tanto tempo. Ora però fa fatica a sostenere tutte le spese e medita di trasferirsi nuovamente.

Dopo una lunga intervista Adriana ci ha poi portato in giro per i quartieri alti della città, visto che è questo il territorio di riferimento della nostra ricerca. Il tutto osservato rigorosamente dall’interno della sua auto, con finestrini alzati e aria condizionata a palla. Abbiamo dunque attraversato Petropolis, Bela Vista, Tres Figueras e fatto lo slalom tra i tre centri commerciali di Jardim Europa.

Petropolis è un quartiere ancora in trasformazione, le vecchie villette a 2 piani stanno sempre più lasciando posto ai palazzi dai 15 piani in su. I grandi costruttori comprano la proprietà dei vecchi residenti, offrendo loro un appartamento nel futuro palazzo che lì verrà costruito. Alcuni proprietari però si rifiutano di vendere e le loro case rimangono là, creando piccole fratture nel paesaggio uniforme e minaccioso creato dai palazzi: https://www.youtube.com/watch?v=Y881yjtFluQ

Bela vista è stato invece trasformato da tempo, così come Tres Figueras dove però abitano ceti di reddito molto alto che hanno preferito rinchiudersi in più ampi condomini fortificati con all’interno villette più o meno ampie. Le strade qua sono deserte, perché l’unico mezzo di trasporto e l’auto, o meglio i suv. Jardim Europa è invece come Petropolis un quartiere in costruzione, nuovi grattaceli per ceti medio alti stanno sorgendo a fianco di tre mega centri commerciali, uno di fianco all’altro.

Viene da chiedersi chi è che andrà ad abitare tutti questi appartamenti, visto che cmq ceti medio alti e alti rimangono coprono una ridotta percentuale dei 1.400.000 abitanti di Porto Alegre. E le tendenze demografiche indicano un arresto nella crescita della popolazione.