Lo scorso sabato Sguardi Urbani ha proposto una passeggiata per il centro storico della città alla scoperta dei tanti artigiani che, in botteghe storiche o in nuovi laboratori, fanno rivivere un patrimonio di saperi e maestrie che da sempre rendono Palermo una fucina di idee trasformate in buone pratiche. E’ già da un anno che, tra i nostri temi e interessi, poniamo attenzione agli antichi mestieri, ed in generale al patrimonio immateriale locale, alimentato vivacemente dalla sapienza e maestria dei lavori manuali. Le nostre riflessioni su questo argomento si muovono dal lavoro appassionato di Silvia Messina e Chiara Utro, due amiche di Sguardi, nonché guide turistiche poste a conduzione dei nostri tour in bicicletta, che cercano di costruire itinerari di conoscenza, tra cui questo, sempre nuovi ed originali da presentare ai cittadini e ai viaggiatori curiosi e attenti. Proprio dalla condivisione di intenti e interessi nasce la nostra voglia di promuovere il loro tour e di collaborare per arricchirlo.
Ci sembra importante condividere alcune riflessioni, scaturite dai diversi appuntamenti di questo tour proposti ai cittadini, ed in primo luogo concentrate sulla ricchezza di narrazioni individuali e di imprese collettive che stanno dietro ogni bottega artigiana. Conoscere il saper fare ha sempre coinciso con il conoscere la biografia di chi in quel progetto ha creduto tra mille difficoltà passate ed attuali e che rendono ancora più straordinaria la resistenza degli artigiani alle logiche commerciali di larga scala. L’unicità e l’esclusività a portata di tutti rappresentano il valore unico e aggiunto al prodotto artigiano che fa di chi lo possiede il detentore di un piccolo grande tesoro.
E’ secondo noi sulle storie individuali e sulle volontà di perseguire queste attività malgrado le difficoltà oggettive, che diventa importante concentrarsi, individuando possibili soluzioni o azioni che diano sostegno e difesa a questi avamposti e frontiere di unicità che rendono il centro storico di Palermo un luogo un po’ speciale, con lo sguardo rivolto al passato ma al contempo proteso al futuro. Come salvaguardare tutto questo e come trasformarlo senza minarne l’autenticità sono interrogativi che ci poniamo e su cui avremmo voglia di confrontarci con chi, come noi, ha voglia di ragionare sui modi per aumentare il grado di attrattività di questa città (di investimenti, interessi, strategie di sviluppo di lungo periodo). Senza però metterne a repentaglio l’identità autentica, piuttosto considerandola un bagaglio prezioso attorno a cui costruire gli orientamenti di domani, partendo però già da oggi.